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Il passato da muratore, il percorso nelle serie inferiori, la speranza di ritrovare continuità nel calcio e poi... poi il sogno. Abbracciato dopo e meritato prima, certamente inseguito, in lungo e in largo. Non è un caso che per Federico Gatti, torinese di Rivoli, tutto si sia chiuso come un cerchio perfetto. Andata e ritorno, come fosse il più naturale dei tracciati. In realtà, di "naturale" c'è stato davvero poco nel percorso del centrale: cresciuto al Chieri, 7 anni nelle giovanili del Toro, poi Alessandria e Pavarolo. Già, Pavarolo: Eccellenza piemontese, tre allenamenti a settimana, la domenica in pullman a giocarsi quei pochi giorni di riposo che gli concedeva il lavoro. 

L'ESTATE ALLA JUVE - Gli sarà sembrato così. Che tutto il lavoro fatto alla fine ha pagato, pure gli qualche interesse tornato indietro. A gennaio, il destino gli ha sorriso e per una volta non è stato nemmeno beffardo: se lo sono contesi Juve e Toro, la certezza era che sarebbe tornato a casa in qualsiasi caso, e da protagonista. A spuntarla sono i bianconeri: 7,5 milioni di euro, più bonus, e sorriso di Giorgio Chiellini alla firma. Si è fantasticato tanto sul fatto che potesse essere il suo erede, ma Federico non ha mai voluto intingere scrivere quella pagina, osare così tanto senza avere una concreta contro-prova del campo. Bene: qualcosa nel frattempo è arrivato, tra Nazionale e precampionato. Pochi minuti però sostanziosi, in grado di aizzare i tifosi anche quando nelle gerarchie è sembrato alle spalle di Rugani. 

LA SCELTA - Dunque, dove si colloca Federico in questa squadra? Nella certezza di un buon giocatore, nell'incertezza del suo rendimento ad alti livelli e con continuità. Allegri si è cautelato, in queste prime giornate. L'obiettivo era non dargli troppa pressione, allo stesso tempo coltivando il seme della fiducia. Con la Samp ha giocato Rugani, con la Roma è toccato a Danilo. E con lo Spezia? Toccherà quasi certamente a Federico Gatti, al primo, vero test in maglia Juve. Pure per ribaltare le gerarchie. Non sarà facile: è l'ultimo vagone di un treno che scricchiola e che ha bisogno di continua manutenzione (vedi Bonucci), ma può rivelarsi ancora una volta una piacevole sorpresa. In fondo, cos'è stato Gatti in tutto questo tempo? Una continua scoperta, pronta a sbalordire. Se tanto ci dà tanto, avrà tanto pure lui.