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Allegri ha ragione, ha perfettamente ragione. Daniele Rugani non ha forse mantenuto le promesse di quando si affacciava al calcio professionistico, quelle stesse promesse che poi hanno convinto la Juventus a tenerlo in rosa. Però, il difensore centrale si è sempre – o quasi, al netto di errori che possono capitare, soprattutto quando non si gioca con continuità -, dimostrato affidabile. Prestazioni solide, grandi attaccanti della Serie A finiti “in tasca”, come si suol dire.
 
Quindi, Allegri ha ragione a definire Rugani affidabile, ma sul centrale è stato lui a sbagliare. Prendiamo i numeri della passata stagione: ha giocato 11 partite per 742 minuti. Andiamo a prendere, allora, i numeri di Alex Sandro: 37 presenze per 2.606 minuti in campo. Prestazioni memorabili: poche. Una differenza netta che dimostra come, nella passata stagione ma anche a inizio di questa, per Allegri Alex Sandro sia nettamente sopra nelle gerarchie, più affidabile di Rugani.
 
La domanda, quindi, sorge spontanea. Non si poteva concedere maggior minutaggio a Rugani nella passata stagione? Chiaro: guardarsi indietro serve a poco e nulla, tranne in questo caso, perché le conseguenze si trascinano fino ad oggi. L’alto numero di presenze ha permesso che scattasse l’opzione di rinnovo automatica nel contratto di Alex Sandro: un fatto che ha condizionato il mercato estivo, un contratto che appesantisce ulteriormente il budget dedicato agli ingaggi. Si poteva evitare? Con il senno di poi, sì.