2
Stagione terminata non fa rima con sciogliete le righe, anzi. La Juventus Next Gen ha finito anzitempo la propria stagione sportiva mancando l’accesso ai playoff: una macchia nella stagione della squadra B bianconera. Il bilancio generale resta positivo, visti i tanti giovani che si sono affacciati alla Prima squadra e la finale di Coppa Italia conquistata; ma non giocare gare da dentro o fuori come quelle della post season è un neo nel percorso di crescita dei ragazzi allenati da Massimo Brambilla.
 
Come detto, altro che sciogliete le righe. I calciatori della rosa della Next Gen continuano a lavorare e rimangono a disposizione del progetto tecnico, nella sua totalità. Parola d’ordine: fluidità e cogliere le occasioni di crescita. Come si traduce? I più giovani, i classe 2005, potrebbero tornare a disposizione di Paolo Montero per l’ultimo spezzone di stagione della squadra Under 19: Yildiz, Huijsen e Daffara. Altri classe 2003 potrebbero ripercorrere la strada di Bonetti e Nzouango in queste ultime settimane e, dunque, essere a disposizione della Primavera. Ciò non toglie che per tutti rimane aperta la finestra sulla Prima squadra: dal “veterano” Barrenechea a chi è già entrato nei radar come Riccio, Sersanti, Compagnon, ecc… In questa terra di mezzo, non esistono categorie predefinite e, a seconda dei bisogni di Massimiliano Allegri da qui al termine degli impegni sportivi qualcuno dei giovani della Next Gen potrebbe entrare nelle liste dei convocati. Senza escludere, a priori, anche i classe 2005 elencati prima. In ogni caso, in settimana gli staff tecnici si siederanno per definire la strada di ognuno, con la consapevolezza che l’unica cosa che conta è continuare il percorso di crescita con la maglia della Juve indosso.
 
Insomma, che sia in Under 19 o in prima squadra, una ricchezza da poter sfruttare, con la responsabilità di alimentarla. Ma il filone d’oro non è capitato tra le mani della dirigenza bianconera per caso, è il frutto di un lavoro decennale sul settore giovanile. Uno dei punti fermi? Giocare nelle categorie con i sotto età e poi l’inaugurazione della seconda squadra che ha rivoluzionato il modo di far crescere i giovani e, vista l’annata in corso e le dichiarazioni rilasciate nei mesi, anche l’approccio dello stesso Massimiliano Allegri.
 
Un progetto che funziona e questo è evidente a tutti. Un progetto che difficilmente cambierà forma e intenti e che, dunque, non verrà ricalibrato in base alla prossima riforma del campionato Primavera che da Under 19 diventerà Under 20. Il modo per non bruciare talenti e permettere una crescita per gradi, la Juve lo ha già trovato. Si chiama seconda squadra.