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Fra poche ore arriva la partita fondamentale per provare a raddrizzare, in parte, una stagione balorda. Ma sono almeno quattro i fronti aperti su cui la Juventus è impegnata. Il campo, i tribunali, l'assetto societario, la Superlega. E potremmo aggiungerne un quinto: un direttore sportivo in grado di far uscire la società da un pantano-prigione di contratti capestro. Su quest'ultimo va in scena il tira e molla Giuntoli, orchestrato da uno che la Juve la odia: De Laurentiis.

Come ha egregiamente detto qualcuno, la Juve deve, adesso, dimenticarsi di un'annata “folkloristica” (l'aggettivo è di Allegri), punteggiata da paradossali dichiarazioni dei magistrati, determinata da una giustizia sportiva “che risale agli anni '60” (così dichiara il ministro dell'economia Giorgetti), da Chinè e il suo “deve stare dietro la Roma”. Insomma, deve guardare solo al campo. E' seconda in campionato e può andare in finale di Europa League.

Dal fronte tribunali non ci si può aspettare nulla di buono o meglio di equo. Pare proprio che, per i magistrati, la pena debba essere afflittiva e non giusta. E' vero che il senso dell' articolo 8 del Codice di giustizia sportivo stabilisce che va garantita “l'afflittività della sanzione, nel rispetto di adeguatezza e proporzionalità”, ma questo si dice in relazione al fatto che comunque, non devono essere “mai attenuate le conseguenze punitive della sanzione”.

Per quel che riguarda l'assetto societario, sembra farsi largo la strategia del delisting borsistico perché buona parte dei problemi deriva proprio dalla quotazione in borsa. In secondo luogo, si parla insistentemente di un socio di minoranza per far affluire denari freschi in società. Che siano i Walton, proprietari della grande catena statunitense di negozi Walmart o la FedEx, la grande società di trasporti e spedizioni, meglio nota come Federal Express, resta il fatto che John Elkann vorrebbe cedere una piccola parte del 63,80% del capitale sociale della Juventus detenuto dalla Exor. Il socio dovrebbe essere “silente” ossia contare pochissimo. La domanda è: perché sborsare, comunque, dei soldi in cambio di poco o niente? Forse per mettere un piede in società, entrare e prendere le misure in vista di futuri sviluppi. Per esempio, l'acquisizione totale.

Dalla JPMorgan, la banca disposta a finanziare la Superlega, stanno cominciando ad arrivare domande pressanti sul futuro della manifestazione. Real Madrid, Juventus e Barcellona hanno risposto di pazientare fino a luglio, quando la Corte di Giustizia Europea deciderà sul Monopolio o meno dell'UEFA. Le tre società calcistiche hanno lasciato trapelare sensazioni positive sull' esito della sentenza. In realtà, per la Juve, si tratta di continuare a vivere ancora sulle sabbie mobili delle ipotesi (negative e positive). Speriamo che, almeno sul campo, si trovi qualche certezza.