Infatti, il tecnico della Juve ha condiviso il suo tempo di lockdown con gli affetti più cari che è riuscito a portare a Torino. Ciro, il randagio trovato ai tempi del Napoli, è ormai noto quanto il suo padrone, che a più riprese ne ha raccontato il suo speciale legame. "Bocca", invece, è l'amico di sempre, l'uomo ombra che ormai lo segue in ognuna delle sue esperienze, di calcio e di vita. E se alle chiacchiere con l'amico, alle passeggiate con il cane, si aggiunge altro tempo libero passato a leggere qualche libro (non è impossibile ipotizzarlo) ecco che il sessantenne Sarri ha provato ad assaggiare un anticipo di pensione.
No, non è questo il giorno, ovviamente, per pensare alla fine. Anzi, oggi è il giorno della ripresa, del nuovo inizio, e Sarri ha ancora delle pagine da scrivere nel suo "libro". Il capitolo Juventus è ancora privo di sostanza, è arricchito di attesa, ma manca ancora di quelle parti che servono a rendere un racconto anche avvincente: le premesse, che si stesse entrando nella fase clou, si sono intravista ad un secondo dalla chiusura del campionato (contro l'Inter), un punto su cui ripartire. Arricchito, probabilmente, da due mesi di grandi riflessioni e qualche sigaretta: anche se questa, forse, era già la sua normalità.