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Intervenuto nel corso del Festival dello Sport di Gazzetta, Romelu Lukaku ha dichiarato: "Mio padre ha insegnato a me e Jordan la disciplina e la mentalità, il rispetto per il prossimo. Quando avevo sei anni mio padre smise di giocare, a mia madre venne diagnosticato un diabete, gli anni successivi furono duri. Avevamo pochi soldi, lavoravo duro insieme ai genitori, tutti i sabati a lavorare con mia madre per portare a casa da mangiare. Sono tutte cose che mi sono rimaste in testa, che mi ha dato la forza di voler ripagarla di tutti i sacrifici che ha fatto per me e mio fratello. Senza di lei non sarei chi sono oggi".

SULL'ARRIVO IN ITALIA - "Razzismo? E' la prima volta che ho vissuto episodi simili, devo essere sincero. Da quando sono a Milano però ho sentito da subito l'affetto dei tifosi, è qualcosa di unico, solo in Italia l'ho trovato. Un qualcosa che mi stimola ancora di più a dare tutto per l’Inter". 

VIALLI - “Ricordo un gol di Hasselbaink allo United col Chelsea, quando l’ho visto per la prima volta ho detto: ‘Voglio fare come lui, giocare in Inghilterra’. Del mio idolo Vialli conservo la cassetta della finale del suo Chelsea contro lo Stoccarda con gol di Zola. E poi anche un Inter-Lazio di Coppa Uefa: Ronaldo fece la partita della vita”. 

CONTE - “Mi ha migliorato in tutto. Se uno vuole giocare per Conte, deve capire che farà molti sacrifici, nella tecnica e nel fisico, ma poi con lui in campo ti senti troppo forte… Avevo bisogno di vincere qualcosa e sapevo che lui e l’Inter mi avrebbero aiutato. Ma solo il campo deve parlare, è lì che si ottengono le vittorie”.