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Capocannoniere in B col Pisa, Lorenzo Lucca è il nuovo nome da tenere d'occhio e su cui la Juve potrebbe puntare per il futuro. L'attaccante, dicono a Pisa nonostante la differenza dei ruoli, potrebbe ripetere la carriera di Leonardo Bonucci, che pure è passato dalle stesse parti. Il motivo? Ha la stessa fame, le stesse ambizioni e la stessa fiducia nelle proprie capacità. 

E alla Gazzetta racconta: «Anche adesso che gli altri si sono accorti di me, io resto quello di sempre: uno che dice le cose in faccia. Perché? Come mi disse Alessandro Malagrinò, l’allenatore che a un certo punto mi portò nei Dilettanti, dovevo fare un passo indietro per farne poi tre in avanti. Sono maturato fisicamente e mentalmente solo negli ultimi anni. Prima ero parecchio più basso e non pensavo che sarei diventato davvero un calciatore».

SERIE B - «Di sicuro in B la cifra tecnica è più alta. Atleticamente non c’è tanta differenza, a cambiare è soprattutto la velocità di pensiero e, di conseguenza, delle giocate. Questo non vuol dire che la Serie B sia complessivamente più difficile: in C gli spazi sono più stretti e volano calcioni appena ti giri verso la porta. Per me era molto più complicato, eppure nella passata stagione ho segnato 14 gol. E sarebbero stati di più se non avessi preso il Covid. Ora però ho più spazi per giocare. Posso girare per il campo, andare dove voglio».

SPAZI PIU' LARGHI IN A - «Non è detto: in A, negli ultimi 25 metri di campo fino alla porta avversaria, devi essere forte-forte per giocare».

MODELLI - «Papà mi riempiva di videocassette di grandi centravanti: Ibrahimovic e Trezeguet soprattutto».

PIU' FORTI - «Ancora Ibra, per me il più forte in assoluto nella storia del calcio, almeno per quelli che visto io. Poi metto Dzeko e Lewandowski... Anzi no, Haaland è meglio».

IBRA - «Sono alto come lui, anche un po’ di più, quindi cerco di imitarlo. Ne studio i movimenti, le giocate, e provo a ripeterli. Come Zlatan, anch’io sono agile e bravo in acrobazia nonostante la statura».

DZEKO - «Perché anche lui è alto-alto, ma stiloso. Bravo coi piedi, forte di testa, sa far giocare bene i compagni d’attacco. È più di un semplice realizzatore».

HAALAND - «Lui non ha la tecnica degli altri due, ma è più veloce. Negli spazi larghi diventa davvero devastante. Quando è spalle alla porta, si gira e parte, non lo tieni più».

DIFETTO - «Devo imparare a stare sempre in partita. Ogni tanto mi distraggo, non mi arriva la palla e mi spengo».