I DUBBI - Il passettino alla volta servirà a non avere la paura di non farcela, le vertigini per la caduta (quasi) nel vuoto. 22 punti sono pochi: rifare un girone così vorrebbe dire salvarsi e con qualche brividino. Anche farne 40, così come la Juve - a questo punto davvero virtuale - avrebbe l'occasione di girare, vorrebbe dire finire a 62. Basterebbero per l'Europa League? E forse è meglio non pensarci. "Sono cose che riguardano la società", ha detto il mister in conferenza. Dai toni naturalmente sommessi, dalle difficoltà chiaramente emerse. Riguardano, queste cose, soprattutto il gruppo: con quale spirito proverà a ripartire una squadra comunque piena di campioni, che in questa settimana si aspettava soltanto di celebrare il ritorno di Pogba e Vlahovic in squadra? L'enigma è questo. E non può scioglersi senza la prova del campo. La Juve ripartirà rabbiosa, ma cosa succederà al primo intoppo?
LA SOCIETA' - "Fare il massimo" diventa l'unico modo per cambiare la storia di questa stagione. Non avere rimpianti. Saranno verosimilmente anche le parole di Maurizio Scanavino e Gianluca Ferrero, rispettivamente amministratore delegato e neo presidente bianconero: nel primo pomeriggio le massime autorità juventine incontreranno il gruppo e spiegheranno la situazione, le possibili conseguenze, la grande forza di questo club. Che ne ha passate tante e ne passerà altrettante, già nei prossimi mesi. Non si parlerà di futuro, semmai di quello prossimo. Si parlerà però di quanto conti, in questo momento, l'apporto di ogni giocatore: la Juve è stata punita per stare fuori dall'Europa ma ha tutte le possibilità per ritornarvi. Per Allegri, pure dal portone principale. Servirà "qualcosa di straordinario", toccherà almeno provarci.