commenta
È vero, Daniele Rugani ha le sue colpe nella sconfitta di ieri contro il Milan, ma anche delle attenuanti. Non si può chiedere la perfezione ad un giocatore che non era ancora sceso in campo nell’era post-coronavirus, che sciaguratamente lo aveva colpito in prima persona. L’ultima sua apparizione risale al 22 febbraio, quasi 4 mesi e mezzo fa. Si parla di un difensore non abituato a match del genere, risucchiato nella bufera di gol che si è abbattuta su San Siro nel secondo tempo. Ma cosa poteva fare se al suo fianco ha trovato un disastroso Bonucci? Era lui il prescelto a guidare la retroguardia, aiutare un compagno di squadra chiamato a sostituire l’immenso De Ligt. Il risultato è stato che l’assenza dell’olandese si è sentita eccome, e la colpa non è imputabile in primo ordine a Rugani.

TRIPLICE COLPA - In tre gol su quattro c’è lo zampino del capitano bianconero. Sulla prima rete che ha avviato la remuntada del Diavolo, è suo il tocco di mano che ha convinto Guida a cambiare l’iniziale decisione e fischiare un rigore realizzato poi dal freddissimo Ibrahimovic. Due, perché è stato troppo molle nel contrastare Kessiè, che al 66’ lo ha saltato come un birillo trovando il pareggio. 2-2 momentaneo, perché nel giro di 2 minuti la Juve passerà in svantaggio, e ancora una volta il dito viene puntato verso Bonucci, che ha guardato Rugani prima abbattere Rebic, poi rialzarsi e rincorrere Rafael Leo, fortunato a trovare la deviazione dell’Ex Empoli che ha messo fuori causa Szczesny. Il capitano poteva accorciare e raddoppiare sul portoghese, ma non l’ha fatto.

CHI È IL LEADER? - Se per un tempo è regnato l’equilibrio in campo, il secondo tempo è stato una girandola di gol ed emozioni, che ha messo a nudo le difficoltà della retroguardia della Juve. Doveva essere capitanata da Bonucci, ma anche lui è affondato come il resto dei compagni, tramortiti dal furore agonistico del Milan. Che sia De Ligt il vero leader difensivo?