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E rieccolo lì, l'asse serbo. Il 17 per il 9, l'assist-man per il bomber, il fratello maggiore per il minore, dalla sinistra al centro. La partita di ieri sera tra Juve e Lecce ha finalmente riproposto anche uno schema che non si vedeva da ormai parecchio tempo, lo scambio tanto "semplice" quanto prezioso tra Filip Kostic e Dusan Vlahovic, i due connazionali e amici in cui i tifosi bianconeri avevano riposto tante speranze a inizio stagione, certi di poter trovare in loro una nuova devastante "coppia del gol". Mentre l'ex Eintracht, però, macinava chilometri su chilometri sulla fascia sinistra, con una continuità di rendimento niente male, il 23enne è stato più volte alle prese con problemi fisici che non gli hanno permesso di mettersi sempre a disposizione della squadra, che troppo spesso ha dovuto fare i conti con la sua assenza e con una condizione non sempre esaltante.

LA SVOLTA? - Ieri sera, però, la notizia tanto attesa: Vlahovic si è sbloccato, ha segnato di nuovo su azione dopo oltre mille minuti dall'ultima volta. E lo ha fatto sfruttando un cross al bacio di Kostic, il primo a correre ad abbracciarlo con un urlo liberatorio, quasi come se fosse stato anche lui ad essersi liberato da un peso, come se avesse sentito la responsabilità di dover aiutare l'amico in difficoltà, in un periodo che, ad essere sinceri, non era particolarmente esaltante nemmeno per lui. Tutto è bene quel che finisce bene, almeno per una sera. In un certo senso, però, siamo solo all'inizio. L'asse serbo deve continuare a brillare, rafforzarsi sempre di più. Allora sì, che la Juve potrà sorridere.