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“Nell’attesa di diventare Khedira e segnare quei 10 gol che Massimiliano Allegri gli chiede, Adrien Rabiot si sta trasformando in... Mario Mandzukic”. Questo l’incipit dell’articolo che questa mattina Tuttosport dedica al centrocampista francese. Una forzatura narrativa, chiaramente. Parliamo di due calciatori completamente differenti, magari simili fisicamente, ma con un’attitudine al gioco agli antipodi. Nonostante un inizio di stagione non propriamente sfavillante, però, il centrocampista francese è stato determinante in due occasioni. La più recente, il colpo di testa per Bernardeschi, che ha dato il via all’azione del gol di Chiesa contro il Chelsea. La seconda, di qualche giorno prima, l’assist di testa per Kean, che sblocca il risultato al Picco, contro lo Spezia

IL PARAGONE – Il paragone viene spiegate qualche riga dopo: “ Il lancio di Bonucci per il croato è stato infatti una delle chiavi di gioco della Juventus della prima era Allegri, soprattutto a partire dalla seconda parte della stagione 2016-17, cioè quando il tecnico bianconero spostò Mandzukic sulla fascia sinistra (…)  Rabiot non è Mandzukic, ma i suoi 188 centimetri d’altezza e la sua forza fisica lo rendono comunque complicato da controllare nel gioco aereo. Difficoltà che, come accadeva per Mandzukic, si acuisce quando si defila in fascia, dove agiscono difensori mediamente più bassi rispetto a quelli centrali. Azpilicueta , ad esempio, che ha provato a contendergli il lancio di Bonucci in occasione del gol bianconero al Chelsea, con il suo metro e 78 gli rende 10 centimetri.”

I NUMERI La sua fisicità e la sua capacità di andare a colpire di testa possono diventare un’arma in più per la Juventus. Abilità che vengono restituite dai numeri: “ Le statistiche del sito specializzato Wyscout, d’altra parte, confermano l’abilità del francese nel gioco aereo: 61,1% di duelli aerei vinti in carriera, 56,6% nella scorsa stagione, 55,1% in quella precedente, la prima nella Juventus. Percentuali sul lungo periodo che permettono di catalogare come frutto di coincidenze il 43,8% fatto registrare nelle sei presenze di questa stagione. Un 43,8% in cui rientrano comunque due giocate decisive”. Chiaramente, quanto descritto e raccontato non può bastare. Da anni, gli allenatori della Juventus, parlando di Rabiot, descrivono un potenziale inespresso. Adesso, è giunto il momento di mettere in campo tutte le qualità che possiede, e dare una mano alla squadra nella risalita in campionato.