COSTRETTI ALLA DIFESA A TRE - Ora, al di là di un atteggiamento di critica per certi versi esagerato nei confronti di Bonucci (ed è naturalmente da condannare il tono e il contenuto di molti post), da un punto di vista oggettivo il tema che emerge dal match dell'Olimpico è quello dell'assetto difensivo della squadra di Andrea Pirlo, e dei suoi interpreti. Dopo un anno di dogmatismo sarriano 'a quattro' (con 43 gol incassati nel campionato 2019-20), il nuovo allenatore per il momento sta impostando la Juve con un 3-4-1-2, i cui protagonisti in difesa sia all'esordio contro la Sampdoria che contro i giallorossi sono stati Danilo, Bonucci e Chiellini. LEO E CHIELLO 'A CASA' - Per i campioni d'Italia, si tratta di un ritorno a un passato abbastanza lontano, visto che anche Allegri, prima di Sarri, si era assestato ormai da tempo su una retroguardia a quattro. Il dubbio che sorge è che, per adattarsi alle caratteristiche di Bonucci (forte nell'impostazione, meno nella marcatura a uomo) e di Chiellini (36 anni, reduce da un grave infortunio), Pirlo abbia scelto di farli sentire 'a casa' con il modulo che più di tutti, in carriera, ha esaltato le loro capacità. Un modulo che, sulla lavagna, dovrebbe proprio limitare (se non evitare del tutto) situazioni da uno contro uno come quella che ha visto Bonucci perdere il duello con Mkhitaryan.
SERVE UN SUPER DE LIGT - In attesa di vedere quali saranno gli sviluppi della scelta di Pirlo, una cosa è certa: un conto era, per Bonucci e Chiellini più giovani, avere un professore come Barzagli come terzo, un altro è avere Danilo. Per questo, nell'ambito di questo disegno, appare fondamentale per la Juve un pronto recupero di Matthijs de Ligt dall'infortunio alla spalla. Con un de Ligt a grandi livelli, anche per Bonucci e Chiellini ci sarebbero meno fantasmi. In caso contrario, potrebbero essere dolori...