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Ci sono vittorie che ti lasciano inevitabilmente consapevolezze diverse, sussulti di orgoglio che disegnano una traiettoria chiara: la Juve è da scudetto. E' la prima volta che può dirlo senza il timore di sembrare indisponente, o comunque eliminando la sensazione di essere in debito con la fortuna. Certo che c'è stata, quest'ultima. Ma è diventata un elemento come un altro, una parte del tutto, e non l'emblema di una stagione da lotteria. Semplicemente, e molto pragmaticamente: la Juventus è una squadra forte, ha nell'arsenale tutto ciò che può avere, e da qui in avanti deve solo sperare che l'Inter non parta in fuga solitaria. Che viva alti e bassi, come comuni mortali. 

A RINCORRERE - E' la prima volta che la Juve si trova ufficialmente a rincorrere. Con Pirlo l'aveva fatto fino a un certo punto, con Allegri non si era mai neanche avvicinato. Max è tornato sulla bontà del lavoro dello scorso anno, ma probabilmente sbaglia a indicare i frutti maturi da mettere in mostra: questo McKennie disciplinato è una chicca, la crescita di Gatti continua a stupire, Vlahovic (a parte gli errori) ha mostrato una crescita nel collettivo che aiuta quasi quanto i gol che non riesce più a fare. Questa squadra allora è matura negli uomini e nelle dinamiche: è ufficialmente e per la prima volta dall'anno del debutto di Conte - chiedendo scusa agli scaramantici - che veste i panni dell'inseguitrice, un mestiere a suo modo meraviglioso. La pressione ce l'hanno gli altri, però gli occhi sognanti ce li hai tu. Nel 2012, il tecnico disse: "Dobbiamo fargli sputare sangue (al Milan)". E Allegri?

UOMINI FORTI... - Allegri è sereno. Si gode l'attimo. L'ennesimo 1-0 e l'ennesima sera in cui ha avuto ragione. Ha trovato un assetto, lo difende, non inventa nulla di diverso e niente di diverso sa di poter inventare. Per il resto, parla la classifica. Lo stupore nel vederla e l'emozione incredibile di chi sa che adesso proprio no, non può accontentarsi. Servono uomini forti, come diceva Spalletti al suo Napoli. Non per destini forti, bensì per destini stabili. Sarà quello che fa la differenza.