Era proprio così impellente vendere o prestare giocatori come ha fatto la Juventus, rinunciando, in pratica, a loro per questa e per la precedente stagione? Anche se formalmente in prestito, pensiamo che il Tottenham eserciterà il diritto di riscatto per Bentancur e Kulusevski: è stato giusto privarsene? L'anno scorso - si dirà - erano gli unici ad avere mercato, fra Ramsey, Arthur e Rabiot. Soprattutto non riuscivano a convincere. Un passo avanti, uno indietro. Bentancur, dal suo esordio, andava vieppiù peggiorando: lento, svagato, abulico. Kulusevski sembrava non capirci molto. Ci provava, si affannava spesso a sproposito, tornava indietro e perdeva regolarmente palloni velenosi. A vederli oggi, trasformati in giocatori fondamentali per la propria squadra, sembrerebbe che la responsabilità sia stata di chi li ha allenati in Italia. Ovvero Pirlo e Allegri: allenamenti, incomprensioni tattiche, forse anche un campionato non allenante come dice Capello. Fatto sta: da comparse, con Conte sono diventati protagonisti.
Pellegrini all'Eintracht sembra un altro giocatore. Lui parla di un clima diverso, di meno pressioni e di un calcio più propositivo. Probabilmente, aggiungiamo noi, sente maggior fiducia intorno a sé, una cosa che la Juve degli ultimi tempi non ha saputo trasmettere ai suoi giocatori più giovani. Il solo Miretti l'ha spuntata, Fagioli ha dovuto aspettare gli infortuni degli altri per essere scelto. Rovella, come Cambiaso, son dovuti emigrare, anche se non erano esordienti in A. Dove sono ora stanno giocando bene. Al Monza, ottime sono state anche le presenze di Ranocchia. Certo dipende da come si guarda il bicchiere. Per alcuni è mezzo pieno perchè questi “giovani” (definizione ambigua) così hanno la possibilità di giocare e maturare. Per altri è mezzo vuoto dato che forze fresche sarebbero servite come il pane, soprattutto a centrocampo e in difesa.
Resta il fatto che, secondo noi, il paternalismo imperante in società ha contribuito a far pesare la maglia molto più di quanto non fosse necessario.