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Partitelle che hanno felpe e zaini a fare da pali delle porte, la mitica “tedesca”, i palloni recuperati sotto le auto e le fughe quando un calcio troppo potente impenna la sfera che bussa alla finestra di qualcuno. La strada, il palcoscenico dove tanti appassionati di calcio hanno messo in mostra le proprie “skills”, dove poter giocare liberi dalle istruzioni e le reprimende dei primi allenatori della scuola calcio. Ci sono passati tutti e, poi, c’è chi quella strada sembra portarsela dietro fino alle porte del calcio professionistico. Tra questi c’è l’attaccante classe 2005 della Juventus Primavera, Alessio Vacca.
 
Colpi di tacco, veroniche e dribbling secchi. Sì, ma non chiamatelo freestyler, perché ogni giocata è utile, o vorrebbe esserlo, ai fini della manovra della squadra. “Noi non vogliamo togliergli la sua creatività, sta a noi adulti insegnargli in che momento fare i due tocchi, in che momento farne uno, in che momento puntare e in quale settore del campo”. Queste le parole di Paolo Montero dopo la partita contro il Genoa.
 
Partita durante la quale Vacca si è imposto come uno dei migliori in campo, dando qualità ad una manovra spesso farraginosa: come olio in meccanismi arrugginiti. Da apprezzare, come ha fatto il tecnico bianconero, anche l’apporto difensivo. Lo stesso tecnico che, però, sul finire del match comincia a urlargli contro dopo una veronica tentata nella propria trequarti di campo. Vacca vola con la fantasia e così trascina la sua squadra, ma ha bisogno che, dalla panchina, qualcuno lo riporti con i piedi per terra. È alla ricerca dell’equilibrio, come è giusto che sia a quell’età.
 
A tutto questo si aggiunge un’investitura importante: “È già considerato come un leader – ha aggiunto sempre Montero-, e in settimana lavora benissimo”. Mica male per un ragazzo cresciuto nel settore giovanile del Novara, per poi passare nell’under 15 della Juve e, nell’ultima stagione, giocare in prestito al Monza che trascina dalla Primavera 2 alla Primavera 1. Un anno lontano da Vinovo che l’ha fatto crescere e non perdere, segno che anche la testa è quella giusta, sul piede ci sono pochi dubbi.