Nonge è stato l’ultimo della truppa dei 2005 d’oro a raggiungere Massimiliano Allegri. Huijsen è la maturità, Yildiz è la fame combinata alla qualità, Nonge è classe pura, ma… C’è un ma. E quel ma si traduce nell’essere ancora un ragazzino scanzonato e poco propenso alla vita che scorre sui binari prestabiliti del calciatore professionista. E il senso della sua promozione in prima squadra è anche in questo: permettere che il percorso di maturazione acceleri, allenandosi quotidianamente con i grandi e far sì che la sua grande qualità non vada sprecata. Tutto questo, e non è solo un dettaglio scherzoso, si vede nel siparietto con Szczesny e Gatti qui di seguito:
Buongiorno a tutti voi, esseri magnifici! pic.twitter.com/gbTYXTulMU
— JuventusFC (@juventusfc) November 29, 2023
E in tutto questo c’è il senso del progetto seconda squadra. Ogni giovane calciatore ha i suoi tempi di maturazione e un percorso che deve compiere. Salire e scendere dalla prima squadra aiuta la crescita, così come farsi le ossa sui campi della serie C e, in caso di bisogno, magari tornare in Primavera. L’importante è non disperdere il talento, farlo con quello di Nonge sarebbe peccato mortale.