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Ci sono due modi, almeno, di vederla. C'è il punto di vista ottimistico: quando gli attaccanti si sbloccheranno, allora questa Juve sarà davvero da scudetto. Oppure c'è quello pessimistico: con questo sistema e questa struttura, nemmeno un attacco come quello bianconero può segnare con una regolarità tale. Inutile specificare chi possa aderire al primo partito e chi al secondo, d'altronde la battaglia tra pro-Max e no-Max appare sempre più qualcosa di ideologico. Resta però un fatto ribadito dai numeri. C'è stata fin qui una Juve fino al flop di Sassuolo, sostanzialmente Vlahovic-Chiesa dipendente con gli 8 gol segnati in coppia. Poi una Juve che dopo quella prova horror ha ritrovato solidità e concretezza, inanellando una serie di sei vittorie e un pareggio, senza aggrapparsi a nessun giocatore in particolare ma mettendo lo spirito di gruppo al centro di tutto: le assenze forzate di Chiesa e Vlahovic per infortunio hanno permesso così ad Allegri di ritrovare una squadra diversa, votata al sacrificio, dove letteralmente sono tutti importanti e nessuno indispensabile. Con Arek Milik unico attaccante in grado di trovare la via della rete in questa lunga parentesi, con Moise Kean capace di conquistarsi una maglia da titolare per tutto quel lavoro che riesce a garantire rispetto agli altri compagni di reparto. In assoluto però rimane un attacco spuntato, che in avvio di stagione produceva un gol dietro l'altro con Chiesa e Vlahovic mentre ora non segna più.




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CHIESA 

Partenza lampo, poi si è fermato e non è più ripartito. Ultima rete segnata proprio contro il Sassuolo, il digiuno con la maglia bianconera arriverà a quota 64 giorni quando arriverà l'Inter allo Stadium.




KEAN

Non è per i gol che viene giudicato se si è preso la maglia da titolare prima della sosta e l'ha mantenuta sempre e comunque pure dopo. Ma il gol manca, tremendamente. L'ultimo in una partita ufficiale è datato 1° aprile, contro l'Inter arriverà con il contatore che dice 239 giorni dall'ultima rete in bianconero.




MILIK

In realtà mentre gli altri si fermavano, lui cominciava. Gol da tre punti contro il Lecce, parola fine nel derby contro il Toro. Due gol, forse non tantissimi ma quanto basta per essere l'unica punta bianconera capace di segnare negli ultimi due mesi. Ma Allegri continua ad usarlo soprattutto come arma per chiudere la partita.




VLAHOVIC 

Si è fermato pure prima di Chiesa, contro la Lazio quella doppietta che rappresenta il punto più alto e anche l'ultima vera prestazione positiva della sua stagione. Saranno 71 i giorni senza gol quando affronterà l'Inter, quando soprattutto dovrà dimostrare ad Allegri di essere pronto a riprendersi una maglia da titolare.