Niente male, insomma. Anche perché, mentre già nei prossimi giorni le principali candidate al titolo dovranno iniziare a concentrarsi sugli impegni europei, la Juve potrà continuare a pensare solo ed esclusivamente al campionato, provando a mettere nel mirino uno scudetto che manca da un tempo insolitamente lungo. Già perché, se qualcuno se lo fosse dimenticato, l'ultimo a vincerlo in casa bianconera è stato proprio quel Maurizio Sarri che ieri è uscito dall'Allianz Stadium con la coda tra le gambe, sconfitto da quel tecnico che è sempre stato agli antipodi rispetto a lui per idee di gioco e che la Juve ha richiamato quasi a voler dimenticare il prima possibile la sua gestione (e quella successiva di Andrea Pirlo).
Era la stagione 2019-20. E i più scaramantici possono iniziare a segnarsi un dato. Anche in quella stagione infatti, esattamente come in questa, la Juve aveva raccolto 10 punti nelle prime 4 giornate, cosa che poi non è più riuscita a fare nè con Pirlo nè con lo stesso Allegri. Per capire se l'aria è davvero cambiata bisogna forse attendere ancora qualche partita, ma la sensazione è che la strada sia quella giusta. Anche perché ieri, seppur soltanto per qualche ora, i bianconeri hanno provato di nuovo l'ebbrezza di sentire un vento speciale: quello che soffia solo lassù in alto, al primo posto della classifica.