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I complimenti e i paragoni si sprecano, e non da oggi. L'"endorsement" arrivato ieri sera, però, ha quasi il sapore dell'incoronazione definitiva, perché l'autore è uno che di Juve se ne intende, e che anzi ha i colori bianconeri impressi nel cuore. "Miretti? Ha delle movenze che a me ricordano Pavel Nedved" ha sostenuto Claudio Marchisio alla cerimonia del Golden Boy 2022. "Lui è un talento, e il talento bisogna riconoscerlo, dargli opportunità. Fabio e gli altri giovani sanno le pressioni che comporta la maglia della Juventus, quindi sono abituati a quello che significa". Parole importanti, che non arrivano per caso. E che il classe 2003 ha accolto con il giusto orgoglio, ammettendo che per lui il Principino "è sempre stato un punto di riferimento". "Se potessi rubare una sua caratteristica? Ce ne sono tante, ma direi il fiuto per il gol" ha aggiunto, ricevendo proprio dalle sue mani il premio come Best Italian Golden Boy.

LA LACUNA - Il gol, effettivamente, è proprio quello che manca al numero 20 bianconero, che sempre dalle OGR di Torino ne ha parlato come di "un obiettivo, un punto in cui migliorare". A differenza infatti di Nicolò Fagioli, che contro Lecce e Inter ha trovato anche la gloria personale segnando due reti consecutive, Miretti non è ancora riuscito a sbloccarsi nella Juve dei "grandi", anzi a tratti nelle ultime uscite ha dato l'impressione di essere un passettino indietro dal punto di vista della concretezza e della cattiveria sotto porta, come ha fatto notare anche Massimiliano Allegri che, ben consapevole delle qualità del ragazzo, pretende da lui tanti miglioramenti. 

CAUSE E SOLUZIONE - Il "problema", però, potrebbe essere semplicemente dovuto alle scelte dello stesso tecnico, che contro PSG e Inter ha schierato Miretti - anche per ragioni legate alle tante assenze - in una posizione molto avanzata, diversa da quella che è sempre stato abituato a occupare. E se da un lato in quel ruolo il 19enne può essere molto utile in fase di pressing, dall'altro risulta un po' in difficoltà, meno libero di esprimersi al meglio come quando parte da mezz'ala per poi solo in seguito andare inserirsi nello spazio che gli si apre davanti. Una questione tattica insomma, più che di personalità. Ma il gol arriverà, anche per Fabio. Dopo la "benedizione" di Marchisio, non può che essere così.