IL DOPPIO RUOLO - E invece, appunto, il destino ha voluto diversamente per Wes. Che a Torino ci è rimasto e ha saputo ritagliarsi uno spazio da protagonista, con un filotto di presenze da titolare e prestazioni sempre più convincenti. L'ultima in ordine di tempo ieri sera, nel match contro il Cagliari: per lui un primo tempo praticamente perfetto, tra corse e rincorse, con la squadra appoggiata a lui sia in fase offensiva che in ripiegamento. Allo Stadium il 25enne è tornato nel suo ruolo più classico da mezzala, lasciando ad Andrea Cambiaso quella fascia destra in cui nelle gare precedenti, in mancanza di alternative, si era comunque mosso molto bene, dimostrando anche una certa personalità e tranquillità.
LA VITTORIA DI MAX - Una buona parte del merito per questa "rinascita" potrebbe essere da attribuire a Massimiliano Allegri, che nel post partita è stato molto chiaro nel raccontare ciò che ha chiesto al ragazzo a inizio anno, quando è tornato alla Juve e si è rimesso in discussione: "Gli ho detto chiaramente che doveva fare il quinto, correre avanti e indietro. Lui ha accettato, mettendosi in gioco". Già in passato, effettivamente, il tecnico livornese aveva dimostrato di credere molto in McKennie. Memorabile quell'esortazione gridata a gran voce al suo indirizzo nell'estate 2021, dopo un'amichevole contro il Cesena, "Quest'anno devi fare dieci gol", che ricorda un po' qualche "urlata" in direzione di Adrien Rabiot. Rabiot che la scorsa stagione è stata indubbiamente la vittoria più grande di Allegri, che ha saputo valorizzarlo al massimo - a livello tecnico ma non solo - facendolo diventare un leader tale da meritare la fascia da capitano. Che possa fare lo stesso con McKennie? La strada è quella giusta. Anzi, questa sorprendente versione dell'americano, a immagine e somiglianza di una Juve operaia che rispecchia al 100% la filosofia del suo allenatore, è già una prima grande conquista.