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Il pool di pm del Gruppo di Diritto Penale dell'Economia della Procura di Torino composta dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. ha ormai rinunciato all'appello contro l'ordinanza del Gip riguardante la richiesta di sequestro preventivo di circa 437mila euro in seguito alla «contestazione per il presunto reato di dichiarazione fiscale fraudolenta avvalendosi di fatture emesse da agenti sportivi riferite in tutto e/o in parte ad operazioni inesistenti». Ma proprio i rapporti con i procuratori rappresentano uno dei punti cruciali dell'inchiesta della Procura di Torino nei confronti della Juve e del triennio 2018/2021, tra le righe della richiesta di applicazione di misure cautelari dello presentata lo scorso 30 giugno (e poi respinta dal Gip, Ludovico Morello) si possono trovare degli elementi che secondo gli inquirenti individuerebbero un quadro di «opacità» e «illiceità». Alcuni comportamenti consolidati, a cominciare dallo «spostare su», non riguarderebbero solo il modo di saldare debiti precedenti con alcuni agenti. Ci sarebbero anche delle situazioni che i pm ritengono possano rappresentare un «aggiramento della normativa sportiva circa l'impossibilità di concludere un mandato (con previsione di provvigioni) a soggetto terzo, prima dei 18 anni». 

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