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La bocca s'è fatta buona. Nel senso che ogni tifoso juventino ha prima sognato, poi immaginato, quindi metabolizzato l'arrivo di De Ligt alla Juve. Processi neanche troppo metaforici in un mercato che sta imparando a contenere i tanti milioni, ma anche i tanti sentimenti che l'accompagnano. Sono arrivati Rabiot e Ramsey, è tornato Buffon: oltre alla giusta curiosità per questi colpi, c'è però chi chiede - giustamente - che il grande arrivo si materializzi quanto prima. E il grande arrivo è il difensore olandese, ormai pedina di ogni probabile undici della prossima stagione all'ombra dell'Allianz Stadium.

OFFERTE E RIFIUTI - La Juve ci sta provando sul serio, e ogni tassello è al suo posto. Dopo un'intensa attività oratoria con Raiola, volta a finalizzare un accordo economico importantissimo per il ragazzo - e poi la scelta di porre la clausola rescissoria da 150 milioni, quasi un unicum nella storia di questa dirigenza -, il pallino del gioco evoca ricordi non esattamente piacevoli: adesso si tratta Juve-Ajax, ancora. E ancora, a gestire il flusso delle parole e dei fatti sono i Lancieri: no, non è bastata la prima offerta da 55 milioni più 10 di bonus.

NON SCHERZIAMO - Un rifiuto talmente legittimo da essere non solo comprensibile, ma anche foriero di un certo scetticismo da parte della tifoseria juventina. Come a dire: davanti c'è un'occasione pazzesca per un giocatore altrettanto pazzesco, che senso ha non raggiungere un prezzo praticamente già concordato? Non è chiaramente una questione di 'braccino', è solo il gioco delle parti. Utile, per carità. Però quante volte pure rischioso, e perciò dannoso. Davvero vale la pena giocare con il fuoco proprio sull'ultimo (o penultimo) tassello di quello che si preannuncia come una delle edizioni più incredibili del mercato? Risposta scontata, banale, per questo vera. Non scherziamo, Juve: De Ligt è troppo importante per i soliti sotterfugi.