WTF!?!
— JuventusJuvenil (@JuvenilJuventus) February 15, 2023
DEAN #HUIJSEN pic.twitter.com/hwhy7y74Kl
I compagni si mettono le mani nei capelli, quasi a dire: “Ma cosa ha fatto?”. Incredibile, per un ragazzo che poco più di un mese fa giocava e si allenava con la squadra Primavera di Montero. Più gioiosi che increduli – perché loro sì, sulle sue qualità non hanno mai avuto dubbi -, i dirigenti seduti in tribuna. Gli occhi brillano, il sorriso e le esultanze non si possono contenere: c’è la gioia del gol, certo, ma anche quella di chi ha prima scoperto un talento puro come quello di Huijsen e poi lo ha blindato, ha messo il gioiello sotto una teca impenetrabile. Big club europei, ci avete provato, ma di qui non si passa.
E dire che la partita non era partita nel migliore dei modi. Intervento scomposto, piede alto e ammonizione dopo 5 minuti. Episodi che possono condizionare una partita intera, ancor di più se parliamo di un ragazzo di 17 anni alle prime partite tra i professionisti. Ma c’è chi, come lui, nel sangue ha talento misto al ghiaccio e allora l’anno di nascita impresso nella carta d’identità diventa relativo, un semplice numero.
“Non è un caso”, ha raccontato Brambilla a fine partita, riguardo il percorso di crescita del difensore. Non lo è, è il frutto di un lavoro di scouting prima e valorizzazione poi. L’ambizione, che non gli è mai mancata, è quella di rifare il percorso di Miretti, Iling e Soulé. Le premesse sono ottime.