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L’ultima vittoria in campionato risale ad un mese fa, poco più recente quella netta in Coppa Italia contro la Pro Vercelli. In classifica, la Juventus Next Gen si trova al sedicesimo posto con 8 punti raccolti in 9 partite, piena zona playout, bottino scarno e preoccupante. Soprattutto perché più si scende e più aumentano le pressioni, contestualmente si lavora con più fatica. Proviamo, però, ad analizzare questo inizio di campionato della Next Gen e andare al di là dei risultati.
 
‘PROBLEMI’ CON LA PRIMA SQUADRA – La promozione diretta, o quasi, dei calciatori più talentuosi è un orgoglio per tutta la filiera Juventus e per lo stesso Massimo Brambilla. È chiaro, però, che avere a disposizione o meno giocatori come Yildiz o Huijsen può fare tutta la differenza del mondo. Altro problema legato con la prima squadra, il modulo. La Juventus Next Gen gioca con il 3-5-2, salvo rare modifiche che possono portare ad un 3-4-1-2, che non sembra essere l’abito tattico migliore per gli uomini a disposizione. Eppure, la scelta è quella di dare continuità al modulo della prima squadra, in modo che i ragazzi siano pronti al salto nel momento del bisogno. Scelta coerente, ma anche rischiosa. La difesa a tre fatica nelle letture, i reparti sono distanti e alcuni giocatori sono ancora in fase di adattamento nelle nuove posizioni. A tutto ciò si somma il solito grattacapo: la settimana di lavoro della Juventus Next Gen è nettamente differente da quella di tutte le altre squadre.
 
IL MERCATO – Ad oggi, l’apporto dei nuovi arrivati non è stato sufficiente ad alzare il livello. Al di là della sciocchezza commessa contro il Gubbio, che ha portato all’espulsione, Livano Comenencia fatica a trovare continuità. Ha i mezzi per spaccare le partite e fare la differenza, ma si vede a sprazzi. Compagno in mezzo al campo è Salifou: fisicamente straripante, ma nel corso del match commette troppi errori tecnici. Una sua dimensione sembra averla trovata Riccardo Stivanello e lo stesso vale per Simone Guerra che, però, sembra ancora distante dall’attaccante che ha contribuito alla promozione della Feralpisalò. La squadra è stata completata negli ultimi giorni di agosto, siamo a fine ottobre, si può ancora sospendere il giudizio e aspettare che termini la fase di ambientamento.
 
LA SPERANZA – Come detto, proviamo ad andare al di là dei risultati. La partita della Juventus Next Gen contro il Gubbio è stata, nel suo complesso, discreta. Fin qui, però, anche nelle sconfitte delle tracce di positivo si sono viste: nella crescita di alcuni giocatori, in alcune idee di gioco sviluppate sul rettangolo verde. La speranza è che si ripeta quanto visto nelle passate stagioni: la Next Gen ha abituato a mostrare il meglio di sé nella seconda parte di campionato, quando il gruppo è maggiormente amalgamato, quando i nuovi arrivati dalla Primavera sono riusciti ad ambientarsi nel calcio professionistico e fatto un ulteriore step di crescita. Giusto notare quello che non funziona, inutile fasciarsi la testa fin da ora.
 
PUO’ RETROCEDERE? – Inutile fasciarsi la testa, eppure molti tifosi si fanno questa domanda: la Juventus Next Gen potrebbe retrocedere? Tecnicamente no, non può giocare in Serie D. Il regolamento recita: “In caso di retrocessione della Seconda squadra al Campionato Nazionale di Serie D, la stessa non potrà iscriversi al Campionato Dilettantistico e potrà chiedere di essere ammessa al Campionato di Serie C 2024/2025 soltanto in caso di vacanza di organico nel medesimo Campionato, secondo le procedure che verranno all’uopo fissate”.