La priorità, comunque, non sembrerebbe quella di rafforzare la squadra a breve, anche se uno sforzo è già stato fatto con Vlahovic, quanto l’altra di mettere ordine fra contratti, rinnovi, cessioni e, forse, organigramma societario. Torneranno Chiesa (è mancato tantissimo) e McKennie, ma non bastano a rendere la squadra competitiva nemmeno in Italia: i problemi a centrocampo permangono e in difesa sono aumentati. L’addio di Chiellini, le goffaggini di De Ligt, la mediocrità volonterosa di De Sciglio, la mediocrità neghittosa di Alex Sandro (ieri sera, per altro, ha giocato egregiamente), l’età di Bonucci, i buoni propositi di Pellegrini non ne fanno un reparto molto affidabile.
Né Zakaria, né Locatelli, sembrano fare l’agognata differenza nel reparto centrale. Differenza rispetto a un andamento lento e prevedibile, una mollezza e un’incapacità di aprire varchi che durano, ormai, da anni. Miretti è una buona notizia, ma può bastare? Allegri, sicuro d’un contratto blindato, ha anticipato che non ci saranno rivoluzioni. Se non possiamo sperare in qualche presenza di peso, speriamo almeno in qualche assenza liberatoria: ovvero Arthur, Ramsey, Kean definitivamente verso altri lidi.