SERATA STORTA - E anche per Chiesa, come accennato in apertura , è stata una partita difficile. Sempre raddoppiato da un avversario, l'azzurro ha faticato fin dai primi minuti di gioco, cercando spesso il fallo ma inutilmente, considerando che l'arbitro aveva fatto capire fin da subito la propria intenzione di non fischiare un certo tipo di contrasti. Di conseguenza, tanto nervosismo, frenesia e scarsa lucidità, un mix letale per i suoi velleitari tentativi di cercare l'azione personale e di rendersi pericoloso, cosa che di fatto non gli è mai riuscita.
COSA MANCA - Tanta fatica, insomma, per Federico, che a Lisbona non si è rivelato un vero "uomo in più" per Massimiliano Allegri. La sensazione, peraltro, è che non abbia ancora la testa completamente sgombra, che le scorie del grave infortunio patito ormai oltre un anno fa non siano ancora completamente alle spalle, almeno a livello mentale. Le qualità ci sono, nessuno lo ha mai messo in dubbio; per "sbloccarsi" definitivamente e tornare quello di un tempo, quel giocatore devastante e decisivo che faceva sognare, però, forse Chiesa deve ancora fare un piccolo step. E allora, quando lo avrà compiuto, non lo fermerà più nessuno.