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Tutto come deve andare. O meglio: come avrebbe dovuto. Juve-Napoli si è costruita comunque, senza neanche per un istante pensare alle ventiquattr'ore precedenti: ci sono le luci, c'è lo Stadium, c'è il campo in perfette condizioni. Ci sono gli stewards e gli addetti alla sicurezza, c'è il personale della Juve e ogni protocollo viene seguito alla lettera. Ci sono soprattutto i tifosi: i primi, arrivati intorno alle 18.30, come se davanti avessero una serata di calcio, gol, divertimento, di Pirlo contro Gattuso e di tutte le storie di cui avrebbe potuto colorarsi la pioggia che batte forte su Torino. Neanche il maltempo li ha fermati: si godranno il ricordo di una serata di come - si spera - non ne vivremo più 

ASPETTATIVE - Dentro lo zero assoluto, qualche storia però riesce a emergere. E' quella di Giorgio, nome di fantasia, che con sua figlia aveva ricevuto i biglietti tramite il club dei tifosi a cui è affiliato. Era uno dei mille fortunati di Juve-Napoli, felice come avesse vinto alla lotteria, e per la "partita" ha guidato 250 chilometri pur sapendo che il Napoli non si sarebbe presentato. "Magari fanno un'amichevole interna, un nove contro nove, giravano queste voci", dice un po' sotto voce, covando le ultime speranze che stanno a galla in una serata comunque amara. "Se c'è rabbia? Sì, che c'è - prosegue ai nostri microfoni -. Non riesco a capire perché altre squadre con positivi hanno giocato e loro no. Dovrebbero spiegarlo". Si aspetta il 3-0 a tavolino: sa che arriverà, sebbene non gli piaccia "vincere così". 

DALLA SVIZZERA - La pioggia aumenta il battito e gli undici supporters, regolarmente seduti al loro posto una volta entrati nell'impianto bianconero, scorrono via come schegge. Oltre al danno, c'è da schivare la beffa. Una famiglia intera dalla Svizzera ci sorride: era il viaggio che aspettavano da tanto. Non parlano bene italiano ma sanno ugualmente raccontare la propria delusione: "Siamo venuti lo stesso, sperando succeda qualcosa. Di più non c'è da dire. La situazione? Sempre la stessa storia, speriamo nel 3-0...". In tanti hanno fatto come Alessandro, dalla provincia di Verona. Aveva prenotato albergo, volo. Organizzato la serata per rivedere - dopo anni - la sua Juventus. "Non mi dispiace per i soldi, ma c'era un protocollo e c'è sempre il rispetto delle persone di fondo: perché devono farla franca?". Questo lo stabilirà il Giudice Sportivo, senza però tenere conto della fredda amarezza che circonda lo Stadium questa sera.