LA VISIONE DIVERSA - Non ha sento guardare al passato - per chi vuole farlo, dice Allegri, c'è un museo ricco di trofei - ma ha senso partire da lì per comprendere meglio il presente. La storia è questa: quel centrocampo era completo perché c'erano caratteristiche che si sposavano alla perfezione con ordini precisi. C'era chi pensava. Chi correva. Chi recuperava e chi si buttava dentro. In un movimento fluido e ben studiato, appoggiato sulle qualità dei singoli ma incastonate in un contesto esaltato da una difesa solida e pronto a supportare un attacco di qualità. Oggi? Non c'è chi pensa. C'è chi corre, prova a recuperare. Ma chi si butta dentro? Chi fornisce una soluzione costante? In neanche venti minuti ci ha provato Locatelli - a proposito di ingegneri della mediana - e l'ha fatto perché arriva da un contesto diverso, organizzato per guardare in avanti e non alle spalle (semplifichiamo).
IL PENSATORE - La prima sensazione dopo il match: a questa squadra manca un pensatore. Un organizzatore di gioco. Un elemento che sappia distribuire palle e responsabilità. Che prenda la palla quando inizia a scottare come il sole su Torino in questi giorni caldissimi. Il mercato offre un assist, per una volta: Pjanic è ancora in attesa di una chiamata da Torino. Non risolverà il problema, peggio però non potrà fare. Meglio tornare a pensarlo, il calcio. Che a trovare l'uomo in verticale per poi scontrarsi contro il muro avversario.