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Matteo Tognozzi racconta tutto, aneddoti e retroscena di mercato. L'ex capo scouting della Juventus, oggi al Granada, ha parlato a Tuttosport raccontando la sua esperienza in bianconero: "Dopo sei anni e mezzo si è chiuso un cerchio. Sarei potuto rimanere a Torino e godermi i risultati che stavano arrivando, ma avevo bisogno di nuovi stimoli. Alla Juve avevo raggiunto i miei obiettivi, ora ne cerco di nuovi. Sono contento di aver creato e lasciato un metodo di lavoro e una struttura scouting che ha portato giovani di qualità; sono serviti coraggio, pianificazione e la seconda squadra. Fino a qualche anno fa sembrava impossibile che la Juve potesse prendere giovani ancora poco conosciuti, ora può diventare una calamita per chi vuole completare la crescita. Bisogna creare una realtà in cui il talento si senta a proprio agio, e oggi la Juve è il miglior club nel quale un ragazzo può formarsi". 

COME SI SCOPRE IL TALENTO - "Studiandolo da vicino. I dati sono importanti e io sono il primo a guardare ore e ore di video, ma il riscontro del campo è imprescindibile. Inoltre è fondamentale l'incontro con il ragazzo e la sua famiglia, è importante capire che carattere ha, l'interazione con gli adulti, il contesto nel quale vive".

VLAHOVIC - "Per me è stato fantastico avere un ruolo nella trattativa che ha portato Vlahovic alla Juve. Avevo lavorato molto dietro le quinte e fatti tantissimi viaggi per costruire un rapporto con lui e con i suoi agenti con i quali non avevamo mai avuto a che fare prima; ma grazie a quelle interazioni quando c'è stata la possibilità di prendere Dusan nel mercato di gennaio eravamo pronti a chiuderlo". 

WEAH - "Ci siamo presi un bel rischio, perché lo conoscevamo da quando faceva l'attaccante nelle giovanili del Psg ma non era molto tempo che giocava da esterno di difensivo. In realtà ci ha convinto un anno fa quando Fonseca gli ha cambiato ruolo, il suo caso conferma l'importanza di continuare a osservare i giocatori anche a livello di prime squadre; durante la sosta invernale per l'ultimo Mondiale siamo andati in giro per tutta Europa a vedere le amichevoli del Lille".

BELLINGHAM - "E' il grande rimpianto. Nel 2019 ci siamo stati vicini: avevo conosciuto lui e la sua famiglia, ma il ragazzo ha deciso di continuare il suo percorso di crescita al Birmingham".

HAALAND - "Siamo stati davvero a un passo da Erling Haaland. Novembre 2017, io ero arrivato quattro mesi fa quello del norvegese è stato uno dei primi contatti che ho stretto alla Juve. Ce l'avevo in mano, l'idea era quella di prenderlo per la Primavera ma l'operazione era considerata troppo onerosa per il vivaio. A quei tempi faceva ancora la panchina al Molde, ma in poche settimane iniziò a giocare e segnare, così andarono tutti su di lui. Molti scout vivono queste situazioni come frustranti, ma lavorando a stretto contatto con la dirigenza ho capito che sono inevitabili; resta però la consapevolezza di aver lavorato bene".