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Minuto 16 di Sassuolo-Juventus, Adrien Rabiot perde un pallone sanguinoso in area di rigore e sugli sviluppi dell'azione Bonucci stende Raspadori. Rigore, Buffon para. E dopo una decina abbondante di minuti Rabiot si riscatta inventandosi il gol del vantaggio bianconero.

Il calcio ci insegna che i rigori è ben più frequente segnarli che sbagliarli. E se Berardi avesse segnato, la situazione sarebbe stata questa: al termine di un quarto d'ora quasi in apnea della Juve, Sassuolo in vantaggio e gara in salita come neanche nella tappa di oggi del Giro d'Italia.

Poi, appunto, san Gigi mantiene la situazione in parità e il gioco delle sliding doors vuole che la squadra di Pirlo volga il match in proprio favore. Ma non possiamo dimenticarci di quale sarebbe stato lo scenario senza l'evento del rigore sbagliato dal Sassuolo. Anche perché quella palla persa malamente in area da Rabiot è stata solo la più eclatante di tante, troppe difficoltà della Juventus in fase di uscita dalla propria area e metà campo.

Non a caso abbiamo scritto che la Juve, nella prima parte della sfida del Mapei Stadium, è andata "in apnea". Il pressing del Sassuolo infatti era efficace e la circolazione del possesso juventino era estremamente farraginosa. Il pallone non riusciva quasi mai a viaggiare in verticale verso le punte, era un continuo affannarsi in orizzontale e ricercare movimenti incontro che non sortivano gli effetti sperati.

Insomma, è stato bello dopo vedere una Juve che, in un modo o nell'altro, alla fine è riuscita a trovare l'episodio sblocca-risultato e poi ha saputo viaggiare sulle ali del contropiede portando a casa un 3-1 salvagente. Però ricordiamoci di tutte quelle palle perse e di quei passaggi sbagliati che, sublimati dallo sciagurato disimpegno che ha mandato Berardi sul dischetto di fronte a Buffon, stavano mettendo la partita di Reggio Emilia sugli stessi binari ormai fin troppo abituali per la Juve.

Sabato c'è l'Inter. La speranza juventina è che la vittoria sui neroverdi di De Zerbi abbia sbloccato qualcosa anche a livello mentale. Lo stesso approccio che ieri ha visto lo scampato pericolo, infatti, dopodomani contro i nerazzurri di Conte rischierebbe di porre la parola fine ai sogni Champions.