1
L'esultanza dopo il gol allo Zenit è ancora negli occhi di parecchi tifosi: la palla che entra in rete, e l'attaccante che resta a terra, senza forze più mentali che fisiche. Alvaro Morata non ha vissuto sin qui un inizio di stagione esaltante, proprio come il club. Ma la rete decisiva contro la Svezia di Kulusevski, che è valsa la qualificazione al Mondiale agli iberici, può dargli nuova forza. Lo ha detto lui stesso, ecco le parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

IL DESTINO - Dopo la partita, Morata si è presentato in sala stampa. "Non c’era da chiudere un cerchio o zittire qualcuno" è l'incipit che dice tutto. Criticato in Spagna, criticato in Italia, ma sempre difeso sia da Luis Enrique sia da Massimiliano Allegri, così come i compagni di nazionale e club. "Il destino è stato giusto", la frase di una persona che ha bisogno di serenità e di giocare senza sentire un'eccessiva pressione.

MASSIMO IMPEGNO - Morata è un professionista, non gli si può contestare la mancanza di impegno anche quando la mira non è delle migliori o il calciatore non è in giornata. Il gol alla Svezia non lo fa sentire "liberato, però ho detto tante volte che ho faticato a capire certe situazioni perché io sono un ragazzo che dà sempre tutto, in campo e in allenamento. Che si impegna al massimo, nessuno può dire il contrario, nessuno". 

LA PROMESSA ALLA JUVE - L'ultimo mese è stato difficile, per lui, alla Juve. Il gol "può aiutarmi anche lì. Ripeto, io do sempre il 150% però a volte non basta. La palla entra o no, finisci in fuorigioco oppure no. Mi sono fatto male, il rendimento è stato condizionato". Ma ai bianconeri fa una promessa: "Giochiamo sabato: abbiamo un giorno libero, ma io lo passerò iniziando a pensare e a prepararmi per la sfida con la Lazio. Voglio tornare far bene per la mia squadra, perché solo se le cose vanno bene con la Juve ho la possibilità di continuare a giocare in nazionale. Io soffro tantissimo quando le cose vanno male, tanto con la Juve come qui con la nazionale, ed è per questo che m’impegno al massimo".

LA DEDICA SPECIALE - Dopo il gol, la dedica speciale rivolta a Miguel Angel, un bambino malato terminale di cancro che ha conosciuto in albergo. “È stato un incontro molto emotivo, e ci tenevo a dedicargli il gol. Mi ha dato questa stella e mi ha detto che avrei segnato. Ho provato a metterla nei parastinchi ma usciva da tutte le parti, così l’ho affidata al dottore. E quando ho segnato sono andato a prenderla. Non voglio dire altro su di lui, è una cosa bella e personale che tengo per me, sono solo contento perché penso di avergli fatto passare un buon momento stasera. Se lo merita”.