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“Costruire dal basso”. Sembra questo il punto debole o forte di alcune squadre attualmente in testa alla classifica. Prendete l'Inter, quella del derby stravinto. Più che elaborare l'azione da dietro riparte e infila il Milan. Non si può chiamare contropiede, ma poco ci manca. Quando, come contro la Real Sociedad, prova a costruire con i difensori rischia di uscire con le ossa rotte: gli avversari premono con furore, gli interisti perdono palle velenose vicino alla propria area e sembra che non riescano a respirare. Certo, molto dipende anche dalla squadra che incontri e dai piedi dei difensori. Però anche uno dai piedi buoni come Bastoni può sbagliare se pressato.
Lo stesso si può dire della, giustamente, celebrata Juventus (però forse un po' troppo, sia per gli avversari incontrati, sia perché siamo appena all'inizio del campionato): i problemi iniziano quando la manovra comincia dalla difesa. Succedeva con Pirlo e con l'Allegri di ritorno. Aiutavano, ma non risolvevano, i piedi buoni di Bonucci. Bremer è dinamico, recupera, bravo in area, forte di testa, ma il tocco di palla, la coordinazione non sono delle migliori. Il gol della Lazio è nato da una sua palla persa malamente nella propria metà campo e, in genere, la parte vulnerabile della Juve appare proprio la partenza dal basso. Fino all'anno scorso era un ritornello di sofferenza. Quest'anno la squadra sta più alta e, soprattutto, i giocatori si muovono di più senza la palla. Si fanno vedere, si smarcano, dettano il passaggio. Ma quando questo non avviene, se il centrocampo avversario anticipa o pressa allora sono guai.
Per questo si è alla ricerca di un regista arretrato. Certo non sarà un Pirlo e nemmeno un Deschamps. A ricoprire quel ruolo, fatto di tecnica e sangue freddo, l'ultimo Pjanic non ce la faceva, Arthur men che mai. Ora sembra che si voglia tentare con Fagioli. Sicuramente hanno provato a farlo giocare lì in allenamento, sicuramente il giocatore è duttile anche se a noi era sembrato più a suo agio nella trequarti avversaria.
Comunque è un anno di esperimenti, e ben venga anche questo. A patto di dare al giocatore un po' di tempo e di non bocciarlo immediatamente al primo errore, che, lo sappiamo, in quella zona del campo quasi sempre costa caro.