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Il mese che termina oggi ha visto in casa Juventus una svolta storica per quanto riguarda la gestione dell'area sportiva, della quale il mercato è una componente fondamentale. Per il nuovo capo, Fabio Paratici, è iniziato ufficialmente il duello con il suo illustre predecessore, Beppe Marotta. Fare meglio del suo maestro non sarà facile per Paratici, sia per quanto riguarda i risultati sportivi che per quel che concerne la campagna trasferimenti. In particolare, rispetto al duello a distanza con Marotta, Paratici parte con vantaggi e svantaggi. E con un'idea fissa: un super colpo, per mettere subito le cose in chiaro...

Nel suo Fight Club con Marotta, Paratici parte sicuramente con due vantaggi: il classe 1972 di Borgonovo Val Tidone diventa il responsabile dell'area sport della Juventus a 46 anni. Marotta, quando divenne dg della Juve nel 2010 aveva 53 anni. Un altro illustre predecessore di Paratici, Luciano Moggi, nel 1994 divenne dg bianconero all'età di 57 anni. Ovviamente l'età non è sinonimo di bravura e competenza. E va da sè che chi è più giovane abbia anche meno esperienza. Ma Paratici dalla sua ha freschezza, dinamismo e affinità con il calcio contemporaneo, con le sue caratteristiche tecniche e dinamiche (anche di mercato). Il secondo vantaggio, il più importante, riguarda la Juventus: nel 2010, Marotta ereditò una Juve a pezzi, ai minimi termini sia a livello tecnico che finanziario. In otto anni, Marotta (con l'aiuto anche di Paratici, of course) ha portato i bianconeri dal settimo posto in Serie A ai primissimi posti del ranking europeo. Paratici eredita una corazzata, Marotta prese in mano un'utilitaria.

L'altra faccia della medaglia è quella che risponde al nome 'svantaggi' di questa situazione: fare meglio è difficile, molto difficile, sia sul campo che sul mercato. Bisogna vincere la Champions League e fare acquisti (e cessioni) all'altezza di quello di cui la responsabilità era di Marotta (sempre con l'ausilio di Paratici, ovvio). Se nel 2011 bastava comprare Vucinic, ora è Cristiano Ronaldo a fissare l'asticella. 

E' per questo che Paratici non può fare a meno di presentarsi, a gennaio o in estate, con un grande colpo. Per iniziare a mostrare una differenza con Marotta, per diventare grande sganciandosi dall'ombra del padre (lavorativo). Per imprimere (solo) il suo di marchio, sulla Juve. I nomi: il sogno è Pogba, il colpo 'alla Marotta' può essere Martial, la tentazione è James (Mendes lo propone, la Juve per ora è freddina), Marcelo sarebbe un colpo 'alla Dani Alves', Chiesa avrebbe il sapore della tradizione, l'impronta azzurra per una nuova Ital-Juve.