Il 23enne non ha deluso Massimiliano Allegri, mostrando almeno la garra giusta e lottando per ritagliarsi i suoi spazi tra gli avversari, in alcuni casi anche con giocate pregevoli (ancora negli occhi di chi scrive un controllo perfetto in acrobazia al limite dell'area del Torino su un lancio lungo, spalle alla porta). Niente di troppo diverso, in realtà, da quanto già fatto in altre serate "buone", in fondo è sempre il solito Moise. Eppure questa sua versione può fare più che comodo alla Juve del presente. In situazioni di emergenza come quella di ieri ma comunque in generale, perché una squadra che vuole provare a vincere lo scudetto deve sapere di poter contare anche sulle proprie "seconde linee", in qualsiasi momento.
E ora per Kean arriva un'altra chance da sfruttare al meglio, la convocazione in Nazionale da parte del neo CT Luciano Spalletti per i prossimi impegni dell'Italia, insieme ai compagni Federico Chiesa, Manuel Locatelli e Federico Gatti. Confermare anche in azzurro quanto fatto di buono nel derby sarebbe un'enorme boccata di ossigeno per lui, che anche in questa prima parte di stagione si è trovato troppo spesso a convivere con più ombre che luci. L'atteggiamento mostrato ieri è quello giusto, lo si è visto anche in un frame specifico: quello in cui, al momento dell'uscita dal campo per lasciare spazio a Kenan Yildiz, ha quasi "strattonato" per un braccio Massimiliano Allegri. Che si è subito affrettato a chiarire i motivi della reazione: "Era un po' arrabbiato perché non ha fatto gol". Giusto così, giusto che Moise chieda sempre di più. A se stesso, in primis.