QUESTO DUSAN - Difficile però non provare un brivido vero davanti alla prestazione di Vlahovic. Da centravanti. E da giudicare perciò al di là del gol, ma partendo naturalmente dalla rete. Ha messo a tacere le critiche e ha potuto permetterselo, eseguendo il copione prospettato da Allegri sin dal suo arrivo. Cioè: tenere botta, far salire la squadra, giocare di sponda e d'interno con i compagni. Mille volte si è detto che no, non poteva farlo. Mille altre volte Dusan ha risposto che sì, sa farlo, può farlo. Deve solo essere accompagnato da una condizione dignitosa e da una squadra in grado di supportarlo in tutto e per tutto. La palla di Chiesa è certamente un cioccolatino da scartare: è stato persino facile. Tutto il resto, cazzotti virtuali compresi, è diventata arte necessaria e fondamentale. Ha alzato il baricentro come il morale.
CONTINUARE - DV9 diventa allora il marchio fondamentale. Un indiscutibile punto di ripartenza. Perché se la Juve vuole crescere, e farlo ad altezza Inter, deve passare obbligatoriamente dallo sviluppo del suo riferimento offensivo. Nella conferenza pre partita, ad Allegri è stata posta una domanda che parte da un dato e svela un mondo: quando Dusan è arrivato alla Juventus aveva gli stessi gol di Lautaro. Quest'ultimo è diventato un bomber di livello europeo, il serbo no. Ha margine per recuperare, partite per diventare fondamentale. Questo step, e Allegri lo sa, è fondamentale per lottare concretamente per lo scudetto.