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Un po', forse, ce lo si poteva aspettare. Difficile alla vigilia credere che, dopo quanto successo il 19 marzo scorso in campionato, il primo atto della semifinale di Coppa Italia tra Juve e Inter sarebbe andato del tutto liscio, in termini di polemiche, isterie ed eccessi. Ma probabilmente nessuno pensava che, dopo una partita tutto sommato tranquilla, il match all'Allianz Stadium avrebbe lasciato in dote un finale con una rissa grave, teatrale, persino superiore anche in termini di sanzioni a quella di campionato. 

E invece è stato così. Il derby d'Italia ha sorpreso ancora una volta in negativo, con le tre espulsioni di Romelu Lukaku, Juan Cuadrado e Samir Handanovic protagonisti del parapiglia generale (a San Siro, dopo il fischio finale di una partita già "avvelenata" per il presunto tocco di mano di Adrien Rabiot prima del gol di Filip Kostic, ne avevano fatto le spese "solo" in due, Leandro Paredes e Danilo D'Ambrosio). Da Milano, quindi, le scorie della partita di due settimane fa si sono trascinate fino a Torino, arroventando uno "scontro" che ora dovrà vivere un ulteriore atto allo Stadio Meazza, dal quale uscirà la finalista di Coppa Italia.

Ed è proprio la cornice di questo torneo che riporta alla mente un altro spettacolo poco edificante per Juve e Inter, quello che ha chiuso la serata dell'11 maggio 2022 all'Olimpico di Roma: in finale erano stati decisivi per la squadra di Simone Inzaghi due rigori, poi segnati da Hakan Calhanoglu e Ivan Perisic, che avevano consentito di ribaltare il risultato tra 80' e 99'. Allora nella tensione generale era stato risucchiato persino Massimiliano Allegri, poi trattenuto e cacciato dall'arbitro Emanuele Valeri. "Uno dell'Inter mi ha dato una pedata...", aveva raccontato il tecnico nel post gara. All'Allianz Stadium di pedate non se ne sono viste (forse). È bastato tutto il resto, che non è poco.