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Forse, e sottolineiamo il "forse", la Juventus scenderà in campo contro l'Inter, domenica sera alle 20.45, con le porte dell'Allianz Stadium chiuse ai tifosi. Come detto, l'ipotesi è d'obbligo, perché per quanto ci siano le ufficialità oggi, in una situazione di emergenza, potrebbero essercene di nuove domani che stravolgono le carte finora in gioco. Nulla, comunque, lascerebbe pensare a questa ipotesi, così, dopo settimane di confusione generale, i prossimi tre giorni dovrebbero essere quelli che più di tutti assomigliano alla normalità. Già, perché se ne sono fatte di parole in questi giorni, su cosa fosse giusto, cosa sbagliato, ma soprattutto su cosa fosse logico, normale insomma. 

Infatti, una premessa è sempre d'obbligo: la salute viene prima di tutto e confondere il coronavirus per allarmismo, vorrebbe dire confondere il pericolo con la quiete. Quel che però non ha prevalso, in queste settimane contorte, è stato il buonsenso. E Juventus contro Inter è stato l'ago della bilancia per misurare il livello di isteria collettiva: tutti, infatti, hanno avuto il terrore che il campionato potesse essere "falsato", in chissà quale modo. Be', ora si possono riporre le preoccupazioni nel cassetto, perché la soluzione confermata è indubbiamente quella che mette tutti d'accordo.

Anche l'inter, che prima si è intestardita per recuperare la gara con la Sampdoria prima del Derby d'Italia (e invece, di quella, ancora non si sa il come né il quando), poi ha fatto muro sulla possibilità di giocare a porte chiuse la scorsa settimana, impuntandosi anche nel caso di un recupero - impossibile pensandoci ad oggi - per il lunedì appena passato. E invece, con una settimana di pausa per chi ha già giocato, le porte chiuse per tutti e, infine, il non aver rimandato ad oltranza una partita cruciale come questa, ha rimesso tutto in equilibrio. Tra due settimane, infatti, se nulla dovesse cambiare tutte le squadre (tranne Inter e Sampdoria) si troverebbero con il calendario in pari e senza affollamenti: resta il capitolo Coppa Italia, sensibile certo, ma in questo momento - almeno per qualche giorno ancora - trascurabile.