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Oggi a Torino le temperature erano piuttosto alte. All’orizzonte, però, qualche nuvolone nero si affacciava sul capoluogo piemontese. Portarsi un kway allo Stadium o vestirsi leggeri, una scelta che può fare tutta la differenza del mondo di fronte ad un evento che non possiamo controllare, come il meteo. E’ iniziato un improvviso temporale: c’è chi torna a casa asciutto e chi bagnato, c’è chi ha “vinto” e chi ha perso.
 
Il calcio, invece, può essere tutt’altro che episodico. O meglio, gli episodi possono condizionare fortemente una partita, ma si può fare in modo di evitare il più possibile quelli negativi e forzare quelli positivi. Per spiegarci meglio: se non arrivi quasi mai negli ultimi metri diventa difficile fare gol. Non è come il meteo, se i nuvoloni arrivano non si può soffiare per allontanarli.
 
Questa Juventus, invece, da inizio stagione, è una squadra in balìa degli eventi. Per questo, il gol nel finale lascia l’amaro in bocca ma non è che sorprenda più di tanto. Cosa ha fatto la Juve per evitarlo o per propiziarne di suoi? Poco, troppo poco. Ancora una volta, l’ennesima.
 
Mai padrona del campo, delle situazioni, del proprio destino. Certo, sicuramente combattiva, per brevi tratti anche bella. L’atteggiamento, come al solito, c’è, ma non sempre può bastare. Questa sera non è bastato e il Napoli ha vinto a Torino, mettendo un ulteriore tassello verso uno scudetto già vinto.
 
Mentre i partenopei festeggiano sotto il settore ospiti, una domanda sorge spontanea: oltre le reazioni e l’atteggiamento, cosa si è costruito in vista della prossima stagione?