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Togliere un giocatore offensivo, mettere un difensore, ultradifesa e la partita si chiude in questo modo. Quante volte abbiamo visto Massimiliano Allegri adottare questo atteggiamento tattico per il segmento conclusivo di una partita. A seconda del momento tecnico e mentale della sua Juventus, o della sorte con gli episodi, questa scelta tattica ha portato a conseguenze sia positive che negative. Fatto sta che è un marchio di fabbrica dell'allenatore bianconero, che per questo viene amato da alcuni e "odiato" da altri.

In una sorta di contrappasso dantesco, l'ultimo quarto d'ora del derby contro il Torino ha ribaltato la situazione, ed è stato Ivan Juric (indotto anche dai pochi giocatori a disposizione) a sottoporre Max a questo tipo di situazione: fuori Sanabria dentro Baselli, tutti dietro a difendere lo 0-0 e ripartire ove possibile per tentare il colpaccio. Un bel banco di prova, per una Juve ancora alla ricerca di determinate certezze. Banco di prova che la squadra di Allegri ha superato brillantemente: circolazione palla paziente e veloce, fino a trovare lo spazio e il tempo di gioco giusto per la battuta da biliardo di Manuel Locatelli al minuto 86.

Juric ha "fatto l'Allegri", costringendo la Juve allegriana ad attaccare una difesa ultraschierata nel finale di gara. E la Juve è stata in grado di sconfiggerla. Uno dei tanti segnali positivi lanciati dalla combo Chelsea-Toro.