QUEI GIORNI PERDUTI - Anche questa è la sua nuova vita. Dedicata al 100% alla Juventus, che non conosce orari e che vuole continuare a professarsi in un solo verbo: vincere. E ancora vincere. Qualche tifoso, quando Pirlo s'affaccia al centro medico con Tudor e Baronio, ha l'ardire di chiederglielo: 'Dai, Andrea. Portaci la Champions'. Di spalle, un mezzo ghigno sarà scappato, ben nascosto dalla mascherina e da anni in cui si esercita a recitar la parte del serioso. Chissà se è scappato pure un brivido di responsabilità, chissà se ha sentito quanto grande è quella parola urlata da uno juventino. E chissà se è arrivata anche una scarica di adrenalina, tra visite e saluti, tra in bocca al lupo e attese.
I GIOCATORI - Le attese, sì. Le attese dei volti nuovi (Kulusevski e Romero insieme, i primi questa mattina al JMed) e di quelli conosciuti. Praticamente in tutto il mondo. Se Chiellini è stato fisso alla Continassa tutta la giornata, nel pomeriggio si sono gli arrivi dei calciatori attualmente in rosa. C'erano tutti, pure gli indesiderati Higuain e Khedira. C'era Arthur, accompagnato da un minibus. C'era soprattutto Cristiano Ronaldo, sopraggiunto alla Continassa poco prima delle 17, saluto papale con finestrino abbassato. Tutti quindi riuniti per fare la conoscenza del Maestro. Per ascoltare la sua lezione e capire cosa sarà questa Juventus che ha così poco tempo per diventare Juventus - a prescindere da qualsiasi gioco o prodezza di mercato. Entusiasmo, sì. Almeno entusiasmo. Tutto il resto dovrà venire, a partire dal giorno due.