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Ci aveva positivamente impressionato già contro il Monza, soprattutto nel primo tempo quando era stato una vera e propria spina nel fianco per gli avversari che non riuscivano davvero a capire dove fosse esattamente, tanto era bravo a non dare loro punti di riferimento. Eppure non aveva ancora offerto il meglio di sè. La partita migliore della stagione di Andrea Cambiaso non è stata quella al Brianteo, ma quella di ieri sera all'Allianz Stadium, in uno scontro diretto con i campioni d'Italia in carica del Napoli che ha finito per esaltare le sue migliori qualità facendolo brillare come mai prima d'ora.

ANCORA DECISIVO - Il classe 2000 azzurro della Juve, un altro che in estate sembrava a un passo dall'addio e che i tifosi faticavano persino a riconoscere, è stato decisivo due volte nelle ultime due partite. Perché contro il Monza, se qualcuno se lo fosse dimenticato, è stato lui a procurare quel rigore con un provvidenziale inserimento in area, mentre poche ore fa dal suo piede è partito l'assist - un cioccolatino, capace di suscitare una reazione ammirata anche da parte di Massimiliano Allegri - per il gol di testa di Federico Gatti. Ma nella sua partita ci sono state tante altre cose, tutte belle e utili per una Juve che sì, si sta aggrappando ai suoi "gregari", ma è anche consapevole di poter davvero contare sull'aiuto di tutti, anche di un ragazzo dallo sguardo dolce e dai tratti quasi infantili che in pochi mesi è stato protagonista di una crescita straordinaria. 

IL CAMMINO - Il suo percorso, un po' come nel caso di Gatti, è partito dal basso, dai campi della Serie D che ora sono solo un lontano ricordo. Andrea lo sa bene, non per niente ha sempre lavorato più degli altri per farsi trovare pronto, per arrivare dove è ora. La salita è stata lunga e ripida, ma ora il paesaggio è mozzafiato. E Cambiaso se la merita tutta quella vista, perché niente accade per caso. Ora un bel respiro e poi via, verso la prossima cima. Il suo cammino è appena iniziato, e la Juve non vede l'ora di (ri)partire insieme a lui, cuore e gambe di una squadra orgogliosamente aggrappata ai suoi "outsider". E così sì, si può sognare.