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Il primo punto della nuova era: difendersi. In tutte le sedi. Ma anche in campo la Juve deve ritrovare il tocco magico. E pure in ambito economico. La Gazzetta dello Sport racconta come la nuova dirigenza si trovi tra le mani una società che gode certamente dello sviluppo aziendale impresso durante l’era Agnelli (i ricavi commerciali da 175 milioni di euro sono doppi rispetto a Inter e Milan) ma che, allo stesso tempo, presenta una struttura di costi sportivi insostenibile. 

TAGLIARE - Come raccontato, l'ultimo bilancio ha fatto registrare una perdita di 239 milioni di euro; nelle ultime tre stagioni è stato accumulato un deficit di 559 milioni. Gli azionisti sono intervenuti con una doppia ricapitalizzazione da 700 milioni, tra il 2019 e il 2021, e il numero uno della controllante Exor, John Elkann, ha escluso un ulteriore aumento di capitale. Evitarlo, però, non sarà così semplice. Il motivo? L’esercizio 2022-23 chiuderà ancora in forte perdita e anche il flusso di cassa sarà negativo. Ecco una delle priorità del nuovo management: ridurre il costo della rosa, sfruttando pure il progetto già avviato della Next Gen che potrà incrementare la presenza in prima squadra dei giocatori costruiti in casa. Una leva immediata saranno le cessioni. Entro giugno non sono affatto escluse operazioni in grado di ridurre la perdita.