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Più della prestazione, l’atteggiamento. Ieri sera, de Ligt è stato tra i migliori in campo ma, cosa ancora più importante, si è dimostrato essere, per l’ennesima volta, un leader dello spogliatoio bianconero, e al diavolo la carta d’identità, che segna 1999 alla voce anno di nascita. Sì, perché non sono le candeline sulla torta a descrivere le caratteristiche di un calciatore e di un uomo, molto di più parlano i fatti: l’olandese è forte, ha carisma e sa quando è ora di alzare i giri del motore. Lo ha dimostrato ieri, quando la Juventus ha deciso di accelerare e cercare il vantaggio contro il Sassuolo, quando la porta di Pegolo sembrava stregata, lui ha alzato il baricentro della squadra, ha sollevato una diga che ha impedito ai neroverdi di ripartire e si è inserito alla ricerca del gol; non proprio una specialità della casa ma, ancora una volta, l’attitudine ha fatto la differenza, perché certe cose vengono notate dai compagni, e infondono uno spirito diverso in tutti.
 
FUTURO Sul futuro di de Ligt aleggia da tempo un’ombra, ancora più scura dopo il faraonico mercato di gennaio. Il difensore centrale è stato più volte indicato come il sacrificio da compiere, per far rifiatare le casse. Non potrebbe esserci scelta peggiore, in casa Juventus. Perché i bianconeri hanno in casa un centrale di livello mondiale, un leader nato: che senso avrebbe liberarsene proprio adesso che si sta ricostruendo una corazzata pronta a tornare a vincere? Esatto, non avrebbe alcun senso. A maggior ragione se si pensa alla difesa bianconera, a Bonucci e Chiellini la cui età avanza e un reparto che presto avrà bisogno di una profonda ristrutturazione. Secondo quanto riportato da Gazzetta, i dirigenti bianconeri lavorerebbero ad un piano di sostenibilità per blindare de Ligt. Le parole pronunciate in passato da Raiola spaventano, è vero, ma quello è il suo lavoro: non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso. Il cambio di passo in casa Juve, quello sì, può rassicurare tutti: la Vecchia Signora non ha abdicato alla sua ambizione di sedere sul trono, in Italia e in Europa, e per fare questo uno come de Ligt è necessario.