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Non è Otelma, né Mago Zurlì. Eppure Cristiano Giuntoli è atteso come uno stregone, capace, d'incanto di ribaltare una situazione molto complicata. Non c'è giorno in cui non siano annunciati, ufficiosamente, 3 o 4 colpi, cessioni importanti, acquisti eccellenti, con la previsione del prossimo campionato già vinto. I media conoscono molto bene   lo stato di frustrazione dei tifosi juventini, avidi di sognare un salvatore della patria. Certo, si comincia a vedere un certo ordine societario, ma cancellare di colpo gli effetti della diarchia Andrea Agnelli-Paratici non è facile. Soprattutto non è immediato. Giuntoli ha bisogno di tempo.

Per prima cosa c'è da sfrondare la rosa, fare chiarezza e uscire dal pantano di contratti capestro. Cosa che le altre squadre (vedi Inter, Milan, Roma, Lazio...) non devono fare. Sembra facile, ma chi li vuole Arthur, McKennie, Alex Sandro, Rugani, De Sciglio, Kean, Zakaria, Bonucci? Sarà difficile anche regalarli, con gli ingaggi che hanno. A Alex Sandro è stata garantita la permanenza grazie a un utilizzo “eccessivo” di Allegri e sembra che voglia restare a Torino, McKennie non ha certo brillato al Leeds e la formula “Arthur, quest'anno, ha giocato in Premier” sa tanto da imbonitore di paese.

L'unico esportabile è forse Zakaria perché acquistato a un buon prezzo, all'opposto Kean è stato pagato una cifra iperbolica (intorno ai 40 milioni). Insomma non diciamo “incassare”: anche solo alleggerire il monte stipendi non è facile.
Poi ci sarebbe da rifondare la difesa (non può essere Timothy Weah la soluzione) e approntare un centrocampo, degno di questo nome. Non basta certo la conferma di Rabiot, salutato come campione quando ha, semplicemente, disputato un buon campionato. Fagioli deve fiorire, Locatelli manifestarsi. Rovella sembra un buon ritorno, ma basterà? Su Pogba è saggio non sbilanciarsi, meglio pensare che rientrerà tardi e non farci troppo affidamento. L'attacco attuale potrebbe andare se adeguatamente rifornito.

In ogni caso la parola chiave è: pazienza. Non calma, mantra di qualcuno, ma pazienza, senza false promesse perché la Juventus ha più bisogno d'una rifondazione che non di qualche ritocco.