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Il venerdì è di per sé un giorno fausto, benedetto da colui che inventò la “settimana corta” ed onorato in massa in attesa dello scoccare del tempo della timbrata. Tra tutti i venerdì che la vita ci riserva, il 1° giorno di febbraio sarà il più lucente. Perché? Perché sarà il primo giorno senza... riparazioni e sovvertimenti di mercato. Basta. Come le squadre saranno il giovedì, così saranno fino alla fine della stagione, con l'augurio più spontaneo ai tifosi genoani di non dover patire ancora una volta per le mattane economiche del loro presidente, non lontane da...giochi preziosi. “Money, money, money” cantava Liza Minnelli. Che poi siano in contanti dentro una valigetta o sul conto del “capo” ha poca importanza.

Pensare che il “povero diavolo” non ha i soldi per il Pipita, ma per Paquetà sì, moltiplicato due. Et voilà, ecco il doppio avanza per il puntero ex rossoblu sotto la lanterna. Bitcoin? Monopoli? Zecca clandestina? Fondo sospetto ed inquietante? Ai posteri l'ardua sentenza. C'è del marcio, in Lega. Senza andare fino in Danimarca, per buona pace di Amleto ed Ofelia. Lo scandaloso è che non provvede nessuno ad abbozzare anche solo un timido controllino. Ah, i bei tempi della Co.vi.soc., quando un magistrato dal nome degno della Stasi, alias Ukmar, si premurava di cassare ogni tentativo di illecito amministrativo. Oggi agire secondo criteri leciti appare una perdita di tempo, intenti h24 ad architettare la maniera per aggirare il fair play finanziario. La domanda sorge spontanea: si dice “Fair play” perché lo si fa con garbo? Se lo si facesse con violenza, suonerebbe “Hard play”. Vietato associare siti osè, sia chiaro.

Come si fa a dare torto a chi accusa la Juve di non avere il coraggio di andare a Londra e capovolgere una valigetta con 15 milioni di euro e trafugare Ramsey come se fosse un quadro di Constable? Peccato che a Torino la legge conti ancora qualcosa, a costo di apparire retrò, ma di fronte alle gestioni “creative” altrui, la voglia di mandare all'aria la cosiddetta regola è grossa.
Non si badi troppo allo specchietto, ché siamo già troppo assediati da allodole a gogò: non balugina granchè. Anzi, è il trionfo del “pagherò”, guardandosi bene dal sottoscrivere un obbligo che uno, siamo mica matti. Tutto in prestito, come ai tempi del baratto, con rigoroso diritto di riscatto, per prendere tempo e godere delle preghiere dei creditori.

Se poi non si gioca quasi mai, perché vittime di un'operazione monstre come quella per la quale Marotta ci ha rimesso il posto e che ha ristretto lo spazio alla presenza in campo, sopravanzato da un esperto di equilibri spostati, è legittimo chiedere di essere ceduti. Per un altro grande club, ovviamente. Macchè, i petrodollari seppelliscono ogni velleità. Si baratta la certezza di essere titolare con la altrettanto certa fine della notorietà, chiedere a Vucinic.

Pjaca lo prendo di qui e lo sposto là, come Gonzalo. Perché nella Viola fatica e forse altrove, magari, non sia detto che si rientri dall'investimento senza rimetterci troppo. Meno male che, tra tanti rassegnati, qualcuno che punta i piedi c'è, complimenti a Spinazzola.
Ancora una settimana e poi sarà un anticipo di giovedì “grasso”. O magro, a seconda della capacità di accoglienza dei borsellini e... delle valigette.