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75 punti per arrivare in Champions League. A dirlo è stato proprio Massimiliano Allegri, alla vigilia della sfida dell'Olimpico. Voleva vincerla, a Roma. E voleva farlo sia per avvicinarsi all'Atalanta, e quindi raggiungere un altro mini obiettivo, sia per tenere viva la fiammella della rincorsa Champions, dal valore "di tre scudetti" per l'impresa sportiva. Dalla necessità, in senso stretto, di correre verso un altro tipo di stagione guardando alla prossima annata: rinunciare a quegli introiti sarà - sarebbe - un salasso non da poco. 

IMPOSSIBILE? - A 13 partite dal termine della stagione, la Juve penalizzata ha ancora 35 punti; calcoli alla mano, potrebbe farne ancora 39 vincendole tutte, dunque arrivare a 74 punti totali. Per una sola lunghezza, i bianconeri sarebbero fuori dalla massima competizione europea: una beffa che varrebbe già la resa di oggi, se non fosse che, di tanto in tanto, quelle davanti crolleranno e inevitabilmente la quota si abbasserà, permettendo anche alla Juve di riassaggiare pian piano la sensazione di poter essere competitiva. Ma alla Juve le sensazioni non bastano, servono soprattutto certezze. E possono ancora arrivare. 

SCONTRI DIRETTI - Dove? Dagli scontri diretti, intanto. Ecco, mettiamola così: oggi Allegri e i suoi hanno sprecato un bonus. Ma ne avranno ancora, di fatto altri quattro, cinque se consideriamo anche la sfida con il Napoli. Ma le partite decisive saranno tutte lì, nel giro di due mesi e mezzo tremendi, perché tutti in trasferta. Da San Siro, contro l'Inter, all'Olimpico parte due, e stavolta con la Lazio di Sarri. Ci sarà Bergamo, con l'Atalanta, e poco prima allo Stadium arriva il Napoli. A fine anno, nell'ultimo turno di maggio, può essere decisivo lo scontro con il Milan. Allegri se lo augura: non può piovere per sempre, tra sentenze e sfortuna.