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Novantuno giorni, tredici settimane, o - se volete - banalmente tre mesi. Quasi esatti. Paulo Dybala torna titolare in una partita ufficiale della Juventus: aveva rinunciato alla fase finale di un campionato già vinto, coltivando l'illusione di poter fare la differenza in quella sera maledetta con il Lione. Per lui e per Maurizio Sarri. 

UNA VITA DOPO - Sembra una vita fa, sì. Anche perché 24 ore dopo l'uscita dalla Champions per mano dei francesi, Paulo si è ritrovato catapultato nel nuovo progetto targato Andrea Pirlo. Con cui l'inizio non è stato semplice, vuoi per l'attesa dovuta all'infortunio, vuoi per le scelte dell'allenatore a Roma (comprensibile) e Crotone (meno comprensibile). Infine, lo sfogo con Paratici e i primi minuti a Kiev. Positivi, ma con la spia della benzina perennemente accesa. Con il Verona, e con un amico come Morata al suo fianco, la chance di fare il pieno di minuti soprattutto in ottica Barcellona. 

NESSUN CASO - Per evitare ogni tipo di speculazione, Pirlo è stato diretto in conferenza: non solo ha confermato la partenza dal primo minuto, ma ha sottolineato quanto sia "giusto" in questo momento puntare su Dybala. Non c'è nessun caso: c'era solo bisogno di vederlo all'opera, di recuperare la tranquillità di cui ha bisogno per fare le solite, immense giocate. Infortunio, recupero, nazionale, virus intestinale: di tempo per pensare ce n'è stato davvero tanto, di giocare davvero poco. Da domani parte concretamente la nuova stagione, a 91 giorni dalla sua naturale conclusione.