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15 giugno. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, oggi è il giorno in cui si sarebbe dovuta tenere l'udienza davanti al Tribunale Federale Nazionale in merito alle manovre stipendi, ai rapporti con gli agenti e alle cosiddette partnership sospette della Juventus, ma come noto la vicenda si è chiusa il 30 giugno scorso con un patteggiamento e un'ammenda di 718.000 euro al club, oltre che con sanzioni a dirigenti (ed ex) deferiti dalla Procura FIGC. Sono ancora due, però, i fronti giudiziari aperti in casa bianconera (tralasciando quello che riguarda l'ex presidente Andrea Agnelli, che ha deciso di andare a processo e si presenterà in udienza il prossimo 27 giugno per difendersi dall'accusa di violazione del famoso articolo 4, quello sulla mancata lealtà).

LA UEFA - Da un lato c'è la situazione con la UEFA, che a dicembre ha avviato un'indagine per verificare se la Juve abbia violato le regole del Financial Fair Play e a breve dovrà esprimersi per una sua eventuale esclusione dalle Coppe: in ballo c'è la Conference League, l'unica competizione a cui i bianconeri potrebbero partecipare alla luce della penalizzazione di 10 punti in classifica, che li ha fatti piombare al settimo posto del campionato di Serie A. Sulla decisione potrebbe incidere anche il passo indietro del club sulla Superlega, politicamente importante.

INCHIESTA PRISMA - Dall'altro lato, invece, c'è l'inchiesta Prisma della Procura della Repubblica di Torino, che di fatto ha dato il via alla seconda ondata di processi sportivi. Qui i tempi sono lunghi, dato che al momento si sta discutendo ancora della competenza territoriale per un eventuale spostamento a Milano o Roma, dove ha sede la Borsa: la decisione su chi dovrà occuparsi del processo penale verrà presa dai giudici della Corte Suprema della Cassazione entro il 26 ottobre.