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Tra 24 ore la Juventus verrà ascoltata dalla Procura, in collegamento video a distanza, sul caso plusvalenze. All’audizione parteciperanno gli avvocati bianconeri e non si esclude l’intervento di qualche dirigente coinvolto e il centro del dibattere sarà senza dubbio il valore corretto dei calciatori oggetto di plusvalenza. Ma quali sono i parametri definiti dalla Procura? Criteri come età, ruolo, numero di presenze e storia dei trasferimenti (qui l'approfondimento). Un sistema di valutazione che - scrive Gazzetta - "la Juventus quasi certamente contesterà, ritenendo che un calciatore, soprattutto se giovane, non sia valutabile con questi parametri. Facile immaginare che il club farà notare come sia semmai più importante considerare il talento e i margini di crescita, criteri non quantificabili. Tanto più se si considera che per i trasferimenti sotto indagine c’è stato il via libera della Covisoc, la Commissione di Vigilanza Figc". 

IL 'VIZIO' DI FORMA - Emerge però un problema. Secondo La Repubblica, la Procura rischia di aver commesso un errore capace di polverizzare l’intero procedimento, un vizio procedurale, contestato dalle difese di tutte le società coinvolte. Il primo atto dell’indagine è una lettera in cui la Covisoc invia la “notizia di reato” alla Procura, ma stando alle accuse, la Covisoc avrebbe avuto «pregresse interazioni» con la Procura, sei mesi prima, quando la Procura avrebbe fornito alla Covisoc «indicazioni interpretative» per rintracciare possibili plusvalenze gonfiate. Le difese hanno richiesto di avere accesso a quella nota, ma è stato negato. La Procura così avrebbe avuto già notizia di irregolarità e se così fosse, vorrebbe dire che Chinè non ha rispettato il termine di 30 giorni per aprire un’indagine, un vizio potenzialmente sufficiente a minare l’intero processo.