FATTORE DE LIGT – Miglioramenti del collettivo, ma anche individuali, soprattutto da parte di Matthijs De Ligt. L’olandese merita un capitolo a parte, perché è arrivato a Torino con il peso dei 75 milioni più 10,5 di bonus versati nelle casse dell’Ajax, e con l’etichetta del predestinato. All’età di 20 anni. Macigni che hanno inizialmente affossato le sue possenti spalle, ma che ora trasporta con il carisma da leader.
DURO LAVORO - Cultura differente, sia linguistica che calcistica. De Ligt si è scontrato con un mondo differente da quello olandese, pagando inizialmente dazio, anche con qualche fallo di mano di troppo che stava assumendo i contorni di una telenovela comica. Tutto spazzato via nel giro di qualche mese. L’emblema la partita contro il Lione in cui è salito in cattedra nelle veci di leader. Poi il lockdown che, nella sua disgrazia, gli ha permesso di affinare l’italiano, per una comunicazione più fluida con i suoi compagni. Tanti piccoli tasselli che hanno formato l’olandese, decisivo nella crescita del reparto difensivo. Un miglioramento del collettivo, ma che passa anche dai singoli, soprattutto da De Ligt.